Articolo di Ernesto Assante (dal suo blog)
C'è una bella mostra a Roma, alla s.t fotolibrearia di via degli
Ombrellari 25, si intitola Dark Portrait, con delle belle fotografie di
Dino Ignani. In quegli anni c'ero anche io, non ero dark ma
frequentavo i club della Capitale dove si muoveva la scena della new
wave romana, dal Uonna al Murales, dal Black Out all'Olimpo, dalle
serate Danceteria all'Executive a quelle dei Piper, dal videobar di
Corso Vittorio del quale ora mi sfugge il nome all'Hemingway di piazza
delle Coppelle, all'X e Metal X di via Rasella e molti altri posti
ancora. Era una scena vivacissima, con tante nuove band, molti artisti di
ogni genere, tantissimi "pretenders", ragazzi ognuno con il suo stile,
la sua personalità, la sua storia. E' stata una stagione fantastica che
Dino Ignani, all'epoca, fotografò con costanza. Molte facce le ricordo
perfettamente, alcuni sono ancora miei amici, molti altri li avevo
dimenticati e li rivedo con affetto. Sono centinaia di ritratti,
raccolti anche in un bel catalogo. E il tutto fa parte di un festival
interessante, Fotoleggendo.
Nei video-bar e nelle discoteche dell'epoca, specialmente di Roma
(dal Black Out all'UonnaClub all'intramontabile Piper), ma anche in
feste private, Ignani predisponeva un set preferibilmente neutro e
invitava i presenti a farsi ritrarre. Il risultato del progetto
-iniziato nel 1982 e terminato tre anni dopo- è una galleria di
quattrocento immagini in bianco e nero, selezionate e riproposte per la
prima volta in una mostra che intende valorizzare l'originaria vocazione
seriale del progetto e rintracciarne le più ampie implicazioni
descrittive.
Dietro una rappresentazione standardizzata e apparentemente
distaccata di quel mondo, si nasconde infatti l'esigenza del fotografo
di cogliere le specificità individuali e la trama creativa dei nuovi
stili di vita. Ignani si dedica a registrare e a valorizzare i minimi
dettagli e i segni distintivi del popolo dark: il trucco, gli accessori e
le acconciature sono i grandi protagonisti delle immagini, e sono gli
stessi elementi che successivamente, come spesso accade, saranno
riassorbiti dal mondo della moda.
Alla mostra si accompagna la pubblicazione di un libro curato dalla
galleria s.t.. Non un semplice catalogo, ma un progetto editoriale che
punta ad abbinare le immagini a testi di matrice diversa. Oltre
all'articolo di D'Agostino, scritto nel 1985 per la rivista "Rockstar",
viene riproposto un racconto dello scrittore Emanuele Trevi, apparso
sulle pagine romane de "La Repubblica", che vede come protagonista un
adolescente romano di ritorno dal suo viaggio iniziatico a Londra: Un
punk sulla spiaggia di Ostia.
Concepiti per l'occasione sono invece il testo della giornalista de
"L'Unità" Daniela Amenta -un commosso ma anche spiritoso amarcord sull'
"avere vent'anni trent'anni fa", e quello di Paola Paleari -curatrice
con Matteo Di Castro del progetto- la quale riconduce la lettura delle
immagini e dell'immaginario di quell'epoca al contesto attuale.
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